Come e cosa vediamo?

Quando guardiamo qualcosa, di solito non ci limitiamo a vederne la forma e il colore.
L’organizzazione psicologica delle informazioni sensoriali.
Quando guardiamo una rosa, di solito non ci limitiamo a vederne la forma e il colore. Questo, anche una semplice macchina fotografica può farlo. A noi invece viene subito in mente l’odore del fiore anche se non lo sentiamo direttamente; possiamo notare il luogo in cui la rosa è collocata (per esempio, il roseto) e paragonarla ad altri fiori simili che abbiamo già visto, pensiamo a essa come un simbolo di bellezza (o di superbia!) e ci commuoviamo al ricordo di una persona cara.
Al contrario, qualcuno che per caso fosse allergico al profumo di rosa, guarderebbe il fiore con paura e se ne allontanerebbe di corsa. Da un punto di vista biologico, la percezione è un processo con cui il cervello assembla in modo gerarchico i dettagli fisici percepiti dai recettori sensoriali e ogni stadio del processo aggiunge un dettaglio in più. La semplice registrazione delle informazioni fisiche è sufficiente? Oppure la mente umana impone un’organizzazione precisa a ciò che i sensi percepiscono? In una qualsiasi figura sono riportati dettagli che, fisicamente, suggeriscono all’occhio e al cervello un certo tipo di informazione.
Noi, tuttavia, non percepiamo passivamente questa informazione, anzi la nostra mente decide attivamente quale dettaglio fisico è lo sfondo, quale è la figura in primo piano e come questa va interpretata. E tutto ciò avviene anche, in alcuni casi, a dispetto di ciò che il dato fisico in sé suggerirebbe, perché i dettagli del contesto influenzano il modo in cui le informazioni principali vengono percepite.