Come e cosa vediamo?

Quando guardiamo qualcosa, di solito non ci limitiamo a vederne la forma e il colore.
Il disegno.

Nell’attivita’ rappresentativa il bambino trae grande piacere dalla triade “occhio , cervello, mano”.
Due processi fondamentali stanno alla base della maturazione percettiva:
Identificazione
Differenzazione

Il processo d’identificazione.

L’attenzione del bambino è attratta verso cio’ che di comune c’e’ tra l’oggetto stimolo e i suoi schemi mentali (le esperienze di vita vissute). Il processo d’identificazione è molto usato dal bambino piccolo che senza alcun problema, “sistema” il nuovo stimolo tra i propri schemi mentali, senza preoccuparsi se coesistono differenze rilevanti.
Al bambino non interessano le corrispondenze, ma si accontenta delle somiglianze e delle analogie. I tratti che rappresentano l’oggetto sono pochi ed essenziali. Il bambino vede solo gli aspetti della realta’ che hanno qualche attinenza con i suoi bisogni e le sue correnti affettive.
Fin verso i 10 anni il bambino non disegna quello che “vede”, ma quello che “sa” delle cose. Il disegno non riproduce la realta’, ma esprime una definizione di significati. La grammatica del disegno infantile risiede in gran parte negli “errori” che il bambino compie.
Comprendere il significato di tali “errori” è importante per conoscere quali sono i bisogni, le richieste e gli interessi del bambino.
In questo contesto s’inseriscono:
La trasparenza (il bambino al di la di ciò che è possibile, disegna quello che per lui è significativo e che gli suscita reazioni emotive)
Il ribaltamento (il bambino si colloca all’interno delle situazioni che va a rappresentare e se ne lascia coinvolgere)
I rapporti di grandezza (il bambino tende a enfatizzare, aumentando le dimensioni di ciò che per lui ha un significato affettivo importante)
La collocazione spaziale (il bambino tende a posizionare nel centro del foglio ciò che per lui riveste maggior importanza. Il centro è il filo conduttore del disegno).

Il processo di differenzazione.

L’attenzione è centrata sulle differenze che oggetti e situazioni percepite presentano rispetto a oggetti e situazioni note.
Verso i 10 anni i bambini tendono a tenere sempre piu’ conto delle proporzioni metriche degli oggetti e della loro disposizione secondo un piano d’insieme. Il bambino rinuncia a rappresentare ciò che sa a vantaggio di ciò che vede.
Si entra nella fase del realismo visivo, in contrapposizione al realismo intelletivo dell’eta’ precedente. Dai 10 ai 14 anni, il ragazzo consolida questo modalita’ d’espressione, perfezionando la sua tecnica grafica.