Come e cosa vediamo?
Quando guardiamo qualcosa, di solito non ci limitiamo a vederne la forma e il colore.
- Percezione
- L’organizzazione psicologica delle informazioni sensoriali
- L’esperienza percettiva secondo le teorie della Gestalt
- Selezione e organizzazione di sensazioni ambigue
- Il cervello, regista della percezione
- Emozioni, contesto e percezione
- Il ruolo delle emozioni
- Il disegno
- Simbologia dei colori
Emozioni, contesto e percezione.
Noi iniziamo a percepire con i sensi già prima della nascita, cioè da quando il sistema nervoso del feto è già funzionante, alla fine della 26a settimana di gestazione. Con gli anni, quindi, accumuliamo una quantità incredibile di esperienze sensoriali e cognitive.
Tutte queste esperienze passate influenzano continuamente la nostra percezione cosciente anche se non ce le ricordiamo più: tutto ciò che abbiamo appreso a percepire in passato influenza ciò che percepiamo ora. Guardate per esempio la serie di disegni riportata nella figura.
È evidente che noi vediamo delle forme geometriche che di fatto non esistono, ma che ci vengono fortemente suggerite dal contesto sensoriale generale. Il quadrato o la striscia rettangolare non ci sono in realtà, non esistono stimoli fisici (linee, spigoli, colori e così via) che li descrivono e quindi il nostro cervello non dovrebbe vederli.
E invece li vediamo nitidamente perché un quadrato e un rettangolo sono ‘buone forme’ talmente comuni nel mondo che ci circonda, che il nostro cervello impara a scovarli ovunque e a organizzare dati sensoriali ambigui, che di per sé non porterebbero a quelle percezioni, in modo tale da vedere per forza quadrati, rettangoli e molto altro ancora. Il quadrato e il rettangolo nella figura esistono psicologicamente (non fisicamente) perché sono i significati suggeriti dalle forme fisiche che li circondano.
Tutte queste esperienze passate influenzano continuamente la nostra percezione cosciente anche se non ce le ricordiamo più: tutto ciò che abbiamo appreso a percepire in passato influenza ciò che percepiamo ora. Guardate per esempio la serie di disegni riportata nella figura.
È evidente che noi vediamo delle forme geometriche che di fatto non esistono, ma che ci vengono fortemente suggerite dal contesto sensoriale generale. Il quadrato o la striscia rettangolare non ci sono in realtà, non esistono stimoli fisici (linee, spigoli, colori e così via) che li descrivono e quindi il nostro cervello non dovrebbe vederli.
E invece li vediamo nitidamente perché un quadrato e un rettangolo sono ‘buone forme’ talmente comuni nel mondo che ci circonda, che il nostro cervello impara a scovarli ovunque e a organizzare dati sensoriali ambigui, che di per sé non porterebbero a quelle percezioni, in modo tale da vedere per forza quadrati, rettangoli e molto altro ancora. Il quadrato e il rettangolo nella figura esistono psicologicamente (non fisicamente) perché sono i significati suggeriti dalle forme fisiche che li circondano.