Come e cosa vediamo?

Quando guardiamo qualcosa, di solito non ci limitiamo a vederne la forma e il colore.
L’esperienza percettiva secondo le teorie della Gestalt.
Alcuni psicologi tedeschi, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, hanno studiato secondo quali leggi psicologiche la mente impone un’organizzazione alla stimolazione fisica.
Max Wertheimer, Wolfgang Köhler e altri esponenti della cosiddetta psicologia della Gestalt, sostenevano che la percezione visiva tende verso forme e oggetti semplici, coerenti e dotati di un preciso significato. Questo significa che esistono alcune forme standard che la nostra mente tende a percepire nell’ambiente, qualunque sia il dato fisico oggettivo, sia perché quest’ultimo è ambiguo e può essere interpretato in vari modi, sia perché tali forme sono quelle più frequenti da incontrare nell’esperienza (come vedremo meglio in seguito).
A partire da tali principi, gli psicologi della Gestalt sostenevano che è impossibile comprendere l’esperienza percettiva componendola in un insieme di unità fisiche più semplici: ovvero, secondo una nota formula, il «tutto è diverso dalla somma delle parti».